Forse hanno ragione a dire che Campo è magico
Abbiamo ancora nelle orecchie e nel cuore le parole di Alessandro Anderloni, che il 25 maggio — tra le 16.30 e le 18.00 — ha portato il suo monologo Il Prete dei Castagnari nel suggestivo teatro all’aperto tra gli ulivi a Campo di Brenzone.
E forse sì, il prete dei Castagnari potrebbe essere anche il prete degli Ulivi. Perché il suo spirito libero, la sua forza gentile, la sua umanità hanno trovato casa tra questi alberi antichi e tra le persone raccolte in ascolto.
Don Alberto Benedetti, il protagonista del racconto, era un parroco fuori dagli schemi, che non voleva etichette. Si definiva semplicemente un uomo libero. E oggi possiamo dire che, per essere vissuto nel secolo scorso, era almeno un secolo avanti: per come parlava di politica, di pace, di guerra, e soprattutto dell’uomo.
Si dice “pochi ma buoni”, e questa frase calza perfettamente per il pubblico presente: attento, partecipe, emozionato.
Siamo usciti da quell’uliveto con una luce nuova negli occhi, con un’energia silenziosa e una consapevolezza profonda: quella del seme che don Alberto voleva piantare in ogni persona. Quel seme che spinge a non accontentarsi, a cercare senso e verità, a vivere con coscienza.
Campo, con il suo teatro tra gli ulivi, ha voluto piantare quel seme. E spera che ogni spettatore sia tornato a casa più ricco — non di Bitcoin, ma di pensieri, emozioni e libertà.